A Capriglio c’era un castello che adesso non c’è più, tuttavia un principe è rimasto, anche lui antico. Non è azzurro e non va a cavallo, anzi, è rosso, talvolta giallo e ha radici profonde che lo rendono ben radicato alla sua terra: è il pregiatissimo e unico peperone, ovviamente di Capriglio. Un ortaggio coltivato da oltre due secoli, le cui sementi si tramandano di generazione in generazione e che si distingue dalle altre varietà di peperone coltivate nell’Astigiano, per le sue dimensioni contenute e per la sua forma a “cuore” data dalle tre carnose e saporite costole che lo caratterizzano. La conformazione della bacca, molto spessa, le inflessioni che al palato lo rendono particolarmente croccante e dolce, fanno sì che sia consigliato per qualsiasi piatto e per un consumo al crudo. Questo peperone è anche particolarmente adatto ad essere conservato sotto vinaccia, ovvero quella tecnica antica che consiste nel riporre i peperoni interi, selezionati e con ancora il picciolo, dentro delle damigiane in una soluzione di acqua bollente, aceto e sale, per poi coprire il tutto con vinacce ricavate dalla torchiatura dei vini locali. Un mese o poco più d’attesa e i “Peperoni di Capriglio sotto raspa”, questo è il nome con cui ti verranno presentati, saranno pronti per il consumo. Una preparazione che permette di conservare il prodotto fino a primavera. Dopo l’apertura i peperoni dovranno essere consumati nei quindici giorni successivi, ma la loro bontà fa sì che non ci sia il rischio di non riuscire nell’impresa.